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NOTE TECNICHE

LA PROGRESSIONE DIDATTICA
CORSO BASE


L’istruttore si adegua all’allievo,
non l’allievo all’istruttore.

L’allievo si adegua al metodo,
non il metodo all’allievo.



Nordic Walking NON significa "passeggiare tutti insieme con i bastoni in mano" ma  "marciare in maniera biomeccanicamente ineccepibile e quindi efficiente, veloce e salutare GRAZIE al corretto uso dei bastoni"

Nel Nordic Walking il bastone cessa di essere un semplice complemento del cammino umano ed assume il ruolo di assoluto protagonista nell'esecuzione di uno sport estremamente tecnico e di non facile apprendimento, che coinvolge la quasi totalità della muscolatura corporea (circa il 90%) e migliora la postura e l'equilibrio.

Il corso base consente, attraverso la rigorosa analisi funzionale e biomeccanica delle varie strutture corporee coinvolte nel cammino e nell'uso del bastone, di apprendere la tecnica del Nordic Walking in maniera elementare, ma corretta.

Un corso di Nordic Walking ben fatto richiede studio, acquisizione di concetti anatomici, fisici, meccanici, neurofisiologici e biomeccanici.
La fase di studio in aula è fondamentale e propedeutica alla parte pratica, che deve svilupparsi sulla base di quanto preventivamente assimilato dall'allievo, considerando che tutte le argomentazioni teoriche, benché esposte con assoluto rigore scientifico, devono essere trasmesse con linguaggio "laico", cioé comprensibile alle persone con cultura diversa da quella medico-scientifica.



La finalità del corso base è quella di formare dei Nordic Walkers consci della potenzialità di questo sport e orientati al continuo miglioramento tecnico, in cerca di benessere, di una attività fisica completa, di sfide agonistiche, oppure, perché no, di sano divertimento.

Il corso base si svolge rigorosamente su terreno pianeggiante ed asfaltato, con bastoni ai quali vengono applicati gli "asphalt pads", cioé dei tamponi di gomma che garantiscono adeguata tenuta su terreno concreto.
Quanto sopra per meglio finalizzare i tre paradigmi fondamentali dell'insegnamento del Nordic Walking e cioé:
  • la ripetibilità del gesto, che non deve essere inficiata da asperità del terreno, o da pendenze,
  • l'utilizzo di asphalt pads, che richiedono perfezione tecnica da parte dall'allievo e,
  • in conseguenza di quanto sopra, il corretto sviluppo dell'elica podalica.
Il corso base non è pertanto la porta introduttiva a scampagnate, a riscoperte della natura o ad allegre compagnie, tutte attività queste assolutamente realizzabili anche senza i bastoni e senza l'ausilio di un istruttore, ma è un vero corso di educazione al benessere ed al movimento, secondo le immutabili leggi della biomeccanica umana, tenuto da un tecnico sportivo qualificato.

Questi semplici concetti devono essere chiariti con il potenziale allievo prima che avvenga la sua iscrizione ad un corso, affinché venga fugato ogni dubbio riguardante le sue aspettative.


Lezione 1 - corso base
Programma


  • Presentazione del materiale;
  • Concetto di equilibrio;
  • Concetto di coordinazione oculo podalica;
  • Swing delle braccia e sua influenza sul passo;
  • Cenni di biomeccanica di spalle, braccia e tronco;
  • Impingement omero acromiale.

Esecuzione
  • Assegnazione di bastoni di corretta lunghezza.
  • Si raccomanda all’allievo di non impugnare il bastone, ma di operare semplicemente un lieve controllo dello stesso tra pollice e indice per evitare incidenti.
  • Si raccomanda di mantenere le braccia ben distese, dimostrando il rischio di inciampare se si piegano le braccia.
  • Riscaldamento con camminata sciolta a mani aperte, con lieve controllo del bastone tra pollice e indice.
  • Introduzione del concetto di equilibrio, quale condizione per migliorare la funzione motoria.
  • Prove da fermo di assunzione e mantenimento della posizione di equilibrio.
  • Applicazione della posizione di equilibrio al cammino a mani aperte.
  • Si fa ora notare all’allievo come il mantenimento della posizione di equilibrio comporti una continua concentrazione, poiché ogni individuo ha memorizzato ed istintivizzato alcune posizioni e posture, probabilmente scorrette, ma alle quali ormai si è abituato.
    Il riportare il proprio corpo in una postura corretta, richiede pertanto fatica e viene percepito inizialmente come un comportamento innaturale.
  • Si introduce allora il concetto di coordinazione oculo podalica, che aiuta a mantenere la postura corretta senza dovere impegnare la mente.
  • Prove di cammino, a mani aperte, dopo avere assunto una posizione di equilibrio ed avere attivato la coordinazione oculo podalica.
  • Si fa notare all’allievo come, dopo lo stimolo della coordinazione oculo podalica, il passo si sia allungato e l’oscillazione delle braccia sia naturalmente aumentata.
  • Si introduce quindi il concetto di swing delle braccia, tramite l’esercizio del “trenino”.
  • Si riassumono, a questo punto, gli argomenti trattati finora.
  • Si introduce la prima parola chiave: tutti i concetti trattati nella lezione vengono racchiusi nella parola chiave “ALTI”.
    Al comando “ALTI”, gli allievi assumeranno la posizione di equilibrio e inquadreranno un punto di mira lontano per attivare la coordinazione oculo podalica.
  • Si introduce e si illustra il problema dell’impingement omero acromiale, sottolineando la necessità di mantenere le braccia bene distese per evitare questo problema.

Si fa notare quanti cambiamenti motori si siano già ottenuti nella prima lezione
e quanti effetti di prevenzione di infortuni e di conseguenze fisiche
(es. cadute e impingement omero acromiale)
semplicemente migliorando postura ed equilibrio.



La neurofisiologia dell'apprendimento ci insegna che le parole chiave svolgono un ruolo cruciale nell'insegnamento, facilitando la comprensione, l'apprendimento e la memorizzazione degli argomenti.
Esse agiscono come ancoraggi concettuali, aiutando gli allievi a collegare nuove informazioni a concetti preesistenti, organizzare le proprie conoscenze e recuperare informazioni in modo più efficace.

Le parole chiave infatti consentono:
  • Identificazione dei concetti fondamentali
Le parole chiave aiutano a individuare rapidamente i concetti più importanti di un argomento, permettendo agli allievi di concentrarsi sugli aspetti fondamentali.
  • Creazione di collegamenti
Le parole chiave fungono da ponte tra le conoscenze pregresse e le nuove informazioni, favorendo una comprensione più profonda e duratura.
  • Organizzazione delle informazioni:
Le parole chiave possono essere utilizzate per creare mappe concettuali, schemi o riassunti, aiutando gli allievi a organizzare e strutturare le proprie conoscenze.
 

Sono inoltre un importate strumento di memorizzazione consentendo:
  • Miglioramento della memoria a lungo termine
L'utilizzo di parole chiave facilita la memorizzazione delle informazioni, soprattutto se brevi e esemplificative.
  • Facilitazione del recupero delle informazioni
Quando si ha bisogno di ricordare un concetto, le parole chiave possono essere utilizzate come "indizi" per accedere più facilmente alle informazioni desiderate.


E per finire sono un importante strumento di comunicazione perché consentono:
  • Facilitazione della comunicazione
  • Spiegazione di concetti complessi in modo più chiaro e sintetico

Le parole chiave sono parole che identificano al meglio il significato del concetto in cui sono inserite; devono pertanto essere:
    • coerenti, evitando parole chiave che non siano strettamente correlate all'esercizio da compiere;
    • memorizzabili, quindi brevi e non troppo particolari;
    • di rapida pronuncia, come nel caso dei comandi militari: attenti, riposo, avanti marsch;
    • autorevoli; evitare quindi parole chiave, o peggio frasi chiave con contenuti leggeri o buffi. Una parola chiave deve suscitare una istintiva reazione di impegno, volta esclusivamente all'esecuzione di quanto richiesto e non sorrisi, risate o qualunque altra emozione.
La parola chiave "ALTI", pronunciata a voce chiara e ferma, racchiude nel suo breve messaggio tutti i messaggi che sono stati passati fino a qua all'allievo e, in particolar modo:
    • assumere la posizione di equilibrio, sollevando delicatamente la testa ed estendendo, di conseguenza, il retto addominale, senza arretrare eccessivamente le spalle.
    • stimolare la coordinazione oculo podalica, prendendo un punto di mira lontano e leggermente più alto rispetto alla linea dello sguardo.
    • incamminarsi, mantenendo le braccia naturalmente distese e tenendo bene in vista il punto di mira, notando come di conseguenza il passo si allunghi senza sforzo e lo swing delle braccia aumenti in maniera considerevole.
La parola chiave "ALTI", consente all'istruttore di dare dei comandi riguardanti contenuti molto complessi utilizzando una sola parola e quindi fornendo i necessari input all'allievo in tempi brevissimi.
Consente altresì all'allievo di autocorreggersi richiamando alla mente un solo concetto, che in realtà ne contiene molti e più complessi.

Quanto sopra, ovviamente, richiede che ogni concetto anatomico, fisico, meccanico, neurofisiologico e biomeccanico sia stato spiegato con grande chiarezza, correttezza ed approfondimento, affinché l'allievo sia riuscito a fare suoi questi concetti indipendentemente dal suo livello di istruzione e dalle sue competenze personali e professionali.
La preparazione teorica dell'istruttore e la sua capacità di esporre concetti complicati all'allievo, sono alla base della buona riuscita del corso.

In ogni caso non si deve mai procedere con gli argomenti del corso se si sospetta che anche un solo argomento anatomico, fisico, meccanico, neurofisiologico e biomeccanico sia stato poco e male compreso dall'allievo

insegnare è una cosa seria.
Significa assumersi la responsabilità di guidare gli altri nell'apprendimento, trasmettendo conoscenze e competenze, ma anche contribuendo alla loro crescita personale e sociale.
Richiede preparazione, aggiornamento costante, e una profonda consapevolezza del ruolo che si riveste, indipendentemente dalla materia che si insegna.
Non esistono materie "serie" o "meno serie"; esistono docenti capaci o meno capaci.


Stretching

Almeno nel corso della prima lezione è opportuno spiegare le metodiche relative agli esercizi di stretching e perché vengono eseguiti in una determinata maniera.
La finalità dello stretching è quella di riportare al corretto allungamento le fibrocellule muscolari che dopo lo sforzo sono rimaste eccessivamente contratte.
Queste contratture sono alla base degli indolenzimenti muscolari che si fanno sentire nelle ore/giorni successivi ad uno sforzo.

L’allungamento indotto dallo stretching può risolvere questo problema, ma occorre considerare che nelle fibrocellule muscolari hanno sede dei “sensori”, chiamati “fusi neuromuscolari” che registrano l’entità e la velocità dell’allungamento.



In caso di allungamento troppo intenso o eccessivo, i fusi neuromotori originano un riflesso chiamato “riflesso miotatico”, che provoca una contrazione involontaria del muscolo per limitare i danni da un allungamento inadeguato.

Il rischio di uno stretching esercitato in maniera troppo violenta ed elastica è quindi quello di causare un’ulteriore contrazione muscolare, anziché sciogliere le contrazioni post esercizio fisico, come invece ci si proponeva di fare.
Ogni esercizio di stretching, quindi, deve essere eseguito in maniera dolce e progressiva, evitando movimenti troppo rapidi, troppo elastici, troppo violenti.
Lo stretching, inoltre, deve essere eseguito sempre con muscolatura ben calda, evitando di utilizzarlo quale tecnica di riscaldamento muscolare.

Fine lezione 1

 


Lezione 2 - corso base
Programma

  • Cenni di anatomia dell’anca;
  • Cenni di anatomia dell’arto inferiore;
  • Cenni di biomeccanica di anca ed arto inferiore.

Esecuzione
  • Riscaldamento.
  • Camminata sciolta a mani aperte.
  • Riassunto dei concetti della lezione precedente; si ricorda la prima parola chiave “ALTI” e quello che significa.
  • Camminata “ALTI”.
  • L’ileo psoas e la sua funzione.
  • Problematiche dovute all’ipertono dell’ileo psoas.
  • Modalità di riduzione del carico a livello dell’ileo psoas tramite il concorso di altri muscoli nel cammino.
  • Ruolo del retto femorale.
  • Attivazione del retto femorale tramite mobilizzazione dell’anca.
  • Prove di mobilizzazione dell’anca tramite allungamento della falcata.
  • Si introduce la seconda parola chiave: tutti i concetti sopracitati vengono racchiusi nella parola chiave “LUNGHI”.
  • Camminata secondo la parola chiave “ALTI”, seguita poco dopo dalla parola chiave “LUNGHI”.
  • Si osserva come le anche inneschino un movimento “a pagaia” e le spalle si muovano in senso opposto.
  • Effetto dell’incrocio tra gli assi di anca e spalle sull’equilibrio.
  • Esempio dello sgabello.
  • Camminata “ALTI” e “LUNGHI”.
  • Il piriforme ed i muscoli della regione glutea.
  • Effetti della camminata ad anche sciolte sulla prevenzione della sindrome del piriforme.
  • Camminata “ALTI” e “LUNGHI”.
  • Effetti della camminata ad anche sciolte sul trofismo dischi intervertebrali.
  • Azione preventiva nelle donne in menopausa.
  • Si fa notare quali e quanti benefici dal punto di vista biomeccanico, della tutela della salute e del benessere siano ottenuti mediante il semplice allungamento del passo di pochi cm.
  • Camminata “ALTI” e “LUNGHI”.

Si conclude la lezione rimarcando come il Nordic Walking sia una disciplina nella quale
piccolissime correzioni adeguate sortiscono effetti fisici e biomeccanici molto evidenti;
questo implica che l’insegnamento del Nordic Walking non si possa improvvisare
ma si debba fondare su rigorose basi scientifiche.


Stretching

Fine lezione 2



Lezione 3 - corso base
Programma


  • Introduzione all’impugnatura del bastone;
  • Lavoro con impugnatura asimmetrica;
  • Lavoro simmetrico.

Esecuzione
  • Riscaldamento.
  • Riassunto dei concetti della lezione precedente; si ricordano la prime due parole chiave “ALTI” e “LUNGHI” e ciò che esse significano.
  • Introduzione dell’impugnatura del bastone.
  • Dimostrazione della corretta tecnica di impugnatura.
  • Camminata “ALTI” e “LUNGHI” con impugnatura asimmetrica di un solo bastone alla volta.
  • Ruolo dei tricipiti; il loro indolenzimento testimonia la funzione svolta da questi muscoli.
  • Si fa notare come, impugnando il bastone, la contrazione di tricipite e deltoide cominci già nella fase anteriore della spinta.
  • Si fa notare altresì come l’impugnatura del bastone abbia fatto contrarre anche la muscolatura dell’avambraccio.
  • Camminata “ALTI” e “LUNGHI” con impugnatura asimmetrica di un solo bastone alla volta.
  • Si introduce la terza parola chiave: tutti i concetti sopracitati vengono racchiusi nella parola chiave “SPINTA”.
  • Camminata “ALTI”, “LUNGHI” e “SPINTA”, con impugnatura asimmetrica del bastone.
  • Camminata “ALTI”, “LUNGHI” e “SPINTA”, con impugnatura di entrambi i bastoni.
  • Si spiega quanto peso venga applicato sul bastone durante le fasi di inforcata e di allungamento posteriore del braccio (circa il 30% del peso corporeo in inforcata e il 15% in spinta).
  • Si calcola quindi quanto peso viene globalmente scaricato al suolo nella fase di inforcata durante un percorso di lunghezza media.
  • Si calcola altresì quanta spinta riceva l’atleta durante la fase di allungamento posteriore del braccio, senza bisogno di intervenire muscolarmente, ma esclusivamente grazie alla forza di gravità, semplicemente appoggiando il proprio peso sul bastone.
  • Si introduce la terza parola chiave: tutti i concetti sopracitati vengono racchiusi nella parola chiave “SPINTA”.
  • Camminata “ALTI”, “LUNGHI” e “SPINTA”, con impugnatura asimmetrica del bastone.
  • Camminata “ALTI”, “LUNGHI” e “SPINTA”, con impugnatura di entrambi i bastoni.

Elementi esemplificativi di  calcolo:
10.000 metri percorsi, pari indicativamente a 10.000 passi.

Atleta di 70 kg. di peso corporeo

Scarico in appoggio = 30% di 70 kg. pari a 21 kg. a passo
Moltiplicato per 10.000 passi: scarico globale ottenuto 210.000 kg. pari a 210 tonnellate.

Spinta ricevuta = 15% di 70 kg. pari 10,5 kg. a passo.

Moltiplicato per 10.000 passi:sSpinta globale ottenuta 105.000 kg. pari a 105 tonnellate.

Dopo un simile calcolo è molto facile fare notare quali enormi forze entrino in gioco
semplicemente grazie alla  corretta manipolazione del bastone.

Sono valori che l’allievo non avrebbe neppure immaginato se non avesse ricevuto un’adeguata spiegazione
.
 
    Stretching

    Fine lezione 3 



    Lezione 4 - corso base
    Programma
    • Cenni di biomeccanica del passo;
    • Cenni di anatomia del piede;
    • L’elica podalica;
    • Gli archi plantari;
    • Funzione del tibiale anteriore;
    • Concetto di coordinazione oculo mano podalica.
    • Riscaldamento.
    • Riassunto dei concetti della lezione precedente; si ricordano le prime tre parole chiave “ALTI”, “LUNGHI” e “SPINTA” e ciò che esse significano.
    • L’elica podalica e le sue fasi
    • Nordic Walking "con l’alluce alto".
    • Si introduce la quarta parola chiave: tutti i concetti sopracitati vengono racchiusi nella parola chiave “ALLUCI”.
    • Camminata “ALTI”, “LUNGHI”, “SPINTA” e “ALLUCI”.
    • Si fa notare come mantenendo l’alluce alto l’appoggio del calcagno diventi morbido e favorisca una notevole riduzione dell’impatto.
    • Si fa notare che, per avere un corretto appoggio del calcagno è indispensabile avere un buon equilibrio e, quindi essere “ALTI”, cioè avere il retto addominale allungato.
    • Si fa notare come il ciclo biomeccanico iniziato proprio dall’addome ed avvalora sensibilmente tutti i passaggi biomeccanici insegnati all’allievo: dal retto addominale è cominciata l’analisi biomeccanica del Nordic Walking ed al retto addominale si ritorna, dopo avere percorso la biomeccanica di tutto l’organismo.
    • Camminata “ALTI”, “LUNGHI”, “SPINTA” e “ALLUCI”.
    • Si ribadisce come il corretto sviluppo dell’elica podalica sia secondario all’idoneità del terreno e che, in assenza di elica podalica, non si possa biomeccanicamente parlare di cammino, quindi di passo, quindi di “walking” e, tanto meno, di Nordic Walking.
      Ecco perché il Nordic Walking può essere praticato esclusivamente in pianura e su terreni omogenei.
      Attività che non garantiscano lo sviluppo dell’elica podalica non sono definibili Nordic Walking.
    • Introduzione del concetto di coordinazione oculo mano podalica.

    Considerazioni finali: non è stata semplicemente imposta una tecnica,
    unicamente stressando il fatto che "questa è la tecnica giusta".

    Se ne sono invece spiegate approfonditamente le ragioni di applicazione:
    ogni movimento muscolare o articolare,
    ha avuto una sua spiegazione tecnica e biomeccanica.

    Non abbiamo solo insegnato correttamente uno sport nobile e difficile come il Nordic Walking.
    Abbiamo fatto cultura motoria, del benessere e della salute
    ed abbiamo aperto un ventaglio potenzialmente illimitato di applicazioni del Nordic Walking.


    Stretching


    Fine lezione 4
     

    L'insegnante mediocre parla
    Il bravo insegnante spiega
    L'insegnante eccellente dimostra

    Il Maestro ispira

    (Socrate)