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NOTE TECNICHE

ATTREZZATURA E BIOMECCANICA: UN BINOMIO INSCINDIBILE
GLI ASPHALT PADS

Razionale neurofisiologico dell'uso degli asphalt pads

Ogni individuo e quindi ogni allievo, ha il proprio corpo, le proprie leve, la propria storia fisica, clinica, psichica, culturale, oltre a reazioni diverse, a diversa capacità di apprendere o dimenticare i movimenti, diverso adattamento dell’organismo all’attività fisica ripetitiva.
Questo è uno dei fondamentali di ogni teoria dell’allenamento e dell’insegnamento sportivo.

La neurofisiologia dell'apprendimento ci spiega come la memoria motoria sia distribuita in circuiti cerebrali che, con le ripetizioni, si rinforzano e si stabilizzano fino a diventare incancellabili; in effetti le abilità motorie ben automatizzate possono essere facilmente richiamate ed eseguite anche dopo molti anni di inattività.
L'automatizzazione delle abilità motorie è il processo attraverso il quale un'azione, inizialmente eseguita con consapevolezza e controllo volontario, diventa progressivamente più efficiente, rapida e automatica con la pratica ripetuta. Questo significa che la persona può eseguire il movimento con meno attenzione cosciente, liberando risorse mentali per altri compiti.

Molto spesso si sente dire che “una volta che si è imparato ad andare in bicicletta, poi non si disimpara più”.
Quanto sopra è assolutamente vero e vale per tutte quelle attività che sono gestite dalla memoria a lungo termine e che vengono praticate in maniera istintiva.

La memoria a breve termine (MBT) è situata nella corteccia prefrontale e ha una durata di 20-30 secondi, con una bassa capacità di memorizzazione, limitata a 5/7 elementi; fino a che gli schemi motori che l’istruttore propone all’allievo si collocano nella MBT, l’allievo continuerà a necessitare della correzione dell’istruttore e tenderà a ripetere l’errore.

Quando invece lo schema motorio sarà finalmente passato nei nuclei sottocorticali e quindi nella memoria a lungo termine, che ha durata di anni e capacità illimitata, finalmente il gesto tecnico sarà memorizzato, istintivizzato e richiamabile alla mente in maniera rapida e precisa.

La strada maestra per ottenere quanto sopra è rappresentata dalla reiterazione dello schema motorio e dalla correzione tempestiva.


È pertanto facile comprendere come l’apprendimento del Nordic Walking passi necessariamente dal lavoro su terreni assolutamente omogenei, che consentano la reiterazione del gesto in maniera virtualmente infinita, affinché la memorizzazione si realizzi in maniera indelebile.

L’unico terreno che offre questa possibilità è il terreno concreto (asfalto, cemento, autobloccanti, tartan, eccetera); questo tipo di terreno rappresenta l’unico substrato dove sia possibile insegnare in maniera corretta il Nordic Walking perché, per tutta la durata del lavoro dell’allievo, ogni passo sarà identico all’altro e i tempi ridotti di durata della MBT saranno compensati da un continuo afflusso di stimoli neurosensoriali identici che andranno a colmare gli stimoli perduti.

Questa condizione non è assolutamente immaginabile lavorando su sterrato, sentieri, erba, sabbia e altri terreni naturali, sui quali ogni appoggio podalico risulta condizionato dalle asperità del terreno e gli stimoli sensoriali saranno trattati esclusivamente dalla MBT e perduti definitivamente pochi secondi dopo, sostituiti da stimoli diversi dovuti a terreno diverso.


La necessità di lavorare
esclusivamente su terreni concreti, rappresenta
LA PRIMA MOTIVAZIONE DI UTILIZZO
DEGLI ASPHALT PADS

Anche la manipolazione del bastone, che rappresenta molto spesso lo scoglio didattico più arduo da fare superare all’allievo, deve essere adeguatamente automatizzata ed istintivizzata, altrimenti l’allievo non avrà mai il pieno controllo dell’attrezzo e non sarà in grado di sfruttarne le indiscutibili potenzialità.

Ancora una volta la reiterazione del gesto in maniera precisa e puntuale, rappresenta la chiave di volta per l’apprendimento; è assolutamente necessario che il bastone fornisca all’allievo stimoli precisi e ripetuti e, nel contempo, richieda all’allievo una manipolazione puntigliosa e tecnicamente perfetta, segnalandogli altresì prontamente l’errore, affinché venga corretto, memorizzato e non ulteriormente ripetuto.

L’asphalt pad è concepito per fare presa sull’asfalto esclusivamente quando viene poggiato al suolo con una precisa inclinazione, che consente ad una adeguata superficie del battistrada di venire in contatto con il terreno.

 
Entro questi limiti, che sono contenuti in pochi decimi di grado, il pad aderisce all’asfalto e, conseguentemente, il bastone “tiene”, cioè rimane stabile sul suo punto di appoggio e consente di applicare al suolo la forza dell’atleta e di esercitare quindi una corretta spinta.
Al contrario, qualora l’allievo inforchi il bastone con un’inclinazione non corretta, il battistrada non poggia integralmente sull’asfalto e, di conseguenza, il bastone non fa presa.

L’azione dell’atleta, pertanto, non va a buon fine e si concretizza in una “pattinata” del bastone, senza che spinta alcuna possa essere ricavata dal gesto tecnico.

Quando l’asphalt pad “scivola” - ipotesi 1

L’immagine rappresenta un tipico esempio di pattinata degli asphalt pads dovuta ad un appoggio del bastone con un angolo troppo chiuso rispetto al suolo.
L’errore probabile è rappresentato da una postura dell’allievo troppo coricata in avanti; il pad non appoggia completamente, la coda è sollevata ed il bastone scivola.


Quando l’asphalt pad “scivola” - ipotesi 2

Questo, invece è un esempio di mancata adesione del pad all’asfalto dovuto a un angolo di inforcata troppo ampio.
L’errore probabile è una eccessiva flessione delle braccia, che porta il bastone a verticalizzarsi e quindi ad andare a toccare il terreno con la sua parte più bassa, cioè la coda del pad; il pad “graffia” il terreno e scivola via.

In entrambi i casi sopra descritti, l’allievo viene immediatamente “informato” dall’asphalt pad del suo errore e quindi invitato a correggersi; l’autoanalisi dell’errore è rapidissima, assolutamente funzionale e facilmente memorizzabile.
L’allievo deve semplicemente farsi due domande:

1)  Le mie braccia sono distese?
2) La mia postura è corretta?

Verificando questi due semplici parametri, l’errore si corregge, senza interventi dell’istruttore e con efficacia.

Slittata o tenuta del bastone, correzione posturale e distensione delle braccia, con tutto ciò che ne consegue in termini di correttezza del gesto tecnico, igiene della funzionalità della spalla ed efficacia della spinta, diventeranno così una normale sequenza di controllo che l’allievo effettuerà in maniera del tutto istintiva ad ogni passo.

L’uso di puntali metallici su terreni naturali, invece, fa sì che il bastone penetri il terreno e pertanto non scivoli mai, qualunque sia l’inclinazione con la quale viene inforcato; l’allievo, quindi, giungerà all’erronea conclusione che il bastone “tenga“ sempre e non sarà stimolato ad essere più preciso ed a correggere l’errore.

Di conseguenza nessun impulso utile alla memorizzazione del gesto corretto giungerà mai, né alla sua memoria a breve termine, né ai nuclei sottocorticali; il risultato di questa impressione scorretta è che il lavoro del bastone non sarà mai veramente istintivizzato ed elaborato in maniera automatica.
Il bastone, quindi, non diventerà mai il vero protagonista del cammino dell’allievo, restando relegato al ruolo di comodo e divertente compagno di viaggio, come purtroppo, molto spesso si vede fare.


L’enorme potenziale didattico rappresentato
dalla necessità
di inforcare al suolo i bastoni con grande precisione,
pena lo slittamento del bastone stesso, rappresenta

LA SECONDA IMPORTANTE
MOTIVAZIONE DI UTILIZZO DEGLI ASPHALT PAD

L’uso degli asphalt pads, pertanto, non è una scelta stilistica,
ma è una precisa necessità tecnica e didattica
basata su precisi e rigorosi principi suggeriti dalla neurofisiologia dell’apprendimento.


Asphalt pads ed opportunità di autovalutazione del gesto tecnico

L’asphalt pad ricopre un ruolo fondamentale per quanto concerne la valutazione e, soprattutto, l’autovalutazione dell’allievo.

Il normale e corretto utilizzo del pad porta ad un suo progressivo consumo e, così come fanno gli ingegneri dei team di Formula uno, che analizzano le gomme usate dal pilota per trarne indicazioni sul suo stile di guida, sull’assetto della macchina e sulle necessarie correzioni da apportare, altrettanto l’analisi dell’asphalt pad consente all’istruttore prima e all’allievo poi di verificare la tipologia di spinta che viene impressa al bastone.

Quello che segue è un esempio limite di un Nordic Walker che segnala come i suoi pads non si siano consumati dopo ben 254 km. percorsi su pista ciclabile e che erroneamente attribuisce questo risultato alla validità del pad montato.

C’è solo da augurarsi che questo Nordic Walker sia un autodidatta, altrimenti avremmo molto da dire sulla qualità dell’insegnamento impartito a questo volonteroso, ma inetto atleta.
Non è neppure lontanamente pensabile che dopo 254 km. un asphalt pad di nessuna marca possa avere ancora un aspetto praticamente nuovo; semplicemente questo Nordic Walker non applica alcuna forza sui bastoni.

Tuttavia, poiché lo scopo primario del Nordic Walking è quello di sommare la spinta propulsiva dei bastoni alla forza delle gambe e ottenere pertanto un gesto atletico più completo, più veloce, più allenante e quindi, in definitiva di “spingere” con i bastoni, possiamo tranquillamente affermare che questo atleta NON sta praticando Nordic Walking, ma sta semplicemente passeggiando con dei bastoni in mano.

Il caso rappresentato in figura è sicuramente un caso limite, ma la problematica non è assolutamente rara e rappresenta il difetto che affligge la quasi totalità dei Nordic Walker che sono stati erroneamente formati su terreni naturali, senza l’uso di asphalt pads.

Persino ai massimi livelli agonistici non è difficile trovare atleti in cui la mancanza di spinta delle braccia è assolutamente evidente, che poi si lamentano delle ammonizioni ricevute dai giudici.
Chiedendo loro perché non usino gli asphalt pads, vi sentirete inevitabilmente rispondere che gli asphalt pads non vanno usati perché “slittano”.

Zero al quoto alle scuole che li hanno formati e dieci e lode, invece, ai giudici che hanno avuto la capacità di decidere che questi atleti andavano ammoniti semplicemente perché stavano praticando uno sport diverso dal Nordic Walking, essendo la loro andatura mediata esclusivamente dalle gambe.

Gli asphalt pads DEVONO degradarsi progressivamente, così come si degrada progressivamente la gomma di una Formula uno, in cambio della grippe che genera al suolo.
Il degrado sarà ovviamente proporzionale alla prestanza atletica del soggetto e inversamente proporzionale alla densità della mescola.

Un istruttore competente, analizzando come e quanto il pad sia degradato, sarà in grado di capire quanto e come l’allievo spinge ed apportare le necessarie correzioni.

Immagine di un asphalt pad, dopo pochi chilometri di utilizzo,
consumato in maniera sufficientemente omogenea
da un Nordic Walker esperto e potente.


Immagine di un asphalt pad, dopo pochi chilometri di utilizzo,
che testimonia un consumo asimmetrico
dovuto ad un’inforcata non assiale del bastone.


Immagine di asphalt pads, dopo pochi chilometri di utilizzo,
che testimoniano un uso asimmetrico delle braccia.


L’enorme potenziale didattico
rappresentato dalla possibilità di valutare
il tipo di spinta impressa ai bastoni,
tramite l’analisi del degrado della gomma,
rappresenta
LA TERZA IMPORTANTE
MOTIVAZIONE DI UTILIZZO DEGLI ASPHALT PADS

Se i pads scivolano, non usare i puntali.
CORREGGI L'ATLETA.


La scelta degli asphalt pads


La scelta di asphalt pads di elevata qualità ed adatti al bastone in uso è una discriminante importantissima nell’apprendimento dell’allievo.

Gli asphalt pads vanno usati SEMPRE in fase di apprendimento e di miglioramento tecnico e devono essere di ottima qualità, sia come mescola che come conformazione.
Solo un atleta o un praticante formato in questo modo sarà in grado di affrontare qualunque terreno, purché rispettoso della biomeccanica del passo (quindi omogeneo, non sconnesso e pianeggiante senza ondulazioni oltre il 4-6%) anche quando la tipologia del terreno non richieda l'uso di asphalt pads, cone nel caso dello sterrato liscissimo e dell'erba bene rasata.

Situazioni di terreno o dipendenze diverse da quanto sopra esulano dal concetto biomeccanico di passo, quindi di marcia, quindi di Nordic Walking e non sono pertanto di competenza di questo sport.
I chiarimenti biomeccanici su questo argomento sono visibili QUI

Alcuni produttori mettono a disposizione asphalt pads con diverse mescole, adatte a diverse temperature e diversi gradi di umidità del terreno.

I pads devono sempre essere puliti, non contaminati da sabbia o altri elementi che possano inficiarne la tenuta, con battistrada integro o comunque condizioni di degrado non eccessive e di mescola adatta alle condizioni meteorologiche ed alle temperature di aria ed asfalto.

Esempio di asphalt pads con mescole di diversa densità
in funzione delle temperature e delle condizioni meteorologiche.