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NOTE TECNICHE

CENNI DI BIOMECCANICA DEL PASSO

Generalità sul piede


Il piede è una delle strutture più complesse nel corpo umano, definito da Michelangelo quale "un'opera d'arte ed un capolavoro di ingegneria" ed è costituito da:
 
    26 ossa,
    114 legamenti, che ne mantengono l’integrità strutturale in concorso con le strutture cartilaginee.
    20 muscoli, che trasmettono i movimenti.
    33 articolazioni che consentono le interazioni tra le strutture muscolari ed ossee.
    Tessuto adiposo, che ha funzione plastica e di assorbimento degli impatti.



Le articolazioni del piede, insieme a muscoli, tendini e legamenti, permettono al piede di svolgere le proprie funzioni e fornire stabilità e propulsione.
Ad ogni movimento, il piede subisce carichi e tensioni di diversa entità, che si propagano sui singoli componenti tissutali citati, nonché sulle articolazioni.

Generalità sul passo


La biomeccanica definisce il passo come la distanza orizzontale tra la posizione del tallone al momento dell’appoggio precedente e dell’appoggio successivo dello stesso piede.

Da un punto di vista meccanico, il cammino si attua attraverso una alternanza di appoggi monopodalici intervallati da momenti di doppio appoggio podalico.




Fasi del passo

Fase

Descrizione

% del ciclo

Initial contactContatto tallone-suolo0–2%
Loading responseAssorbimento iniziale del carico2–12%
Mid-stanceIl centro di massa ruota sopra il piede12–31%
Terminal stanceIl corpo avanza oltre il piede di appoggio31–50%
Pre-swing (toe-off)Sollevamento tallone e distacco delle teste metatarsali50–62%
Initial swingPrimo sollevamento e avanzamento della gamba libera62–75%
Mid-swingGamba libera passa sotto il corpo75–87%
Terminal swingPreparazione al nuovo contatto tallone87–100%

Cinematica articolare al toe-off

Articolazione

Posizione al toe-off

Ruolo principale

Caviglia15–20° di plantarflessioneGenera spinta e stoccaggio energetico
Ginocchio10–15° di flessionePrepara la gamba per la fase di volo
Anca10–15° di estensioneContribuisce all’avanzamento del tronco


La postura bipodalica eretta dell’essere umano costringe ad una ripetuta perdita di equilibrio ogni volta che il peso viene trasferito da un piede all’altro e, di conseguenza, il mantenimento della posizione eretta, ovvero la necessità di evitare cadute, passa attraverso una corretta e fine analisi, da un lato del terreno sul quale ci si muove e, dall’altro, dalla gestione delle accelerazioni che si creano durante l’esecuzione del passo.

Tutto quanto sopra descritto si realizza tramite un processo conosciuto come “elica podalica”.


Generalità sull'elica podalica

La biomeccanica ci ha permesso di capire il comportamento podalico durante il passo, per cui il piede nello svolgere questa funzione viene paragonato ad un’elica.

Marino F. - https://www.podoposturale.it/index.php/articoli/181-l-elica-podalica

Ronconi P., Ronconi S., 2012, Trattato di biomeccanica podalica, Timeo Editore


Questo tipo di meccanismo rende possibile ogni forma di adattamento del piede al suolo, tale da poter affermare che “la verità del moto specifico dell’uomo è nascosto fra le spire di un’elica”.
Paparella Treccia R. - Verduci 1988 - Roma


L'elica podalica è un movimento dinamico estremamente complesso che si verifica durante la fase di appoggio del piede e che si basa su variazioni dell'asse articolare tra le ossa del tarso, in particolare dell'astragalo e le ossa del metatarso ed in modo particolare delle teste metatarsali.

Relazione tra astragalo e teste metatarsali

La connessione tra la porzione anteriore dell’astragalo e le teste metatarsali non è diretta, ma avviene attraverso una catena di ossa, articolazioni e tessuti molli che trasferiscono carico e consentono il movimento coordinato del piede.

Anatomia e articolazioni coinvolte

  • Astragalo
    Testa (porzione anteriore) a cupola rivolta in basso e avanti
    Articolazione talonavicolare, che unisce la testa dell’astragalo con l'osso scafoide

  • Scafoide
    Collega l’avampiede al retropiede
    La convessità plantare accoglie la testa astragalica

  • Cuneiformi (mediale, intermedio, laterale)
    Si articolano con lo scafoide anteriormente
    Trasmettono carico alle basi dei metatarsali I - II - III

  • Ossa metatarsali
    Le basi: si articolano con i cuneiformi (I - II - III) e con il cuboide (IV - V)
    I corpi: sono i costituenti del mesopiede
    Teste: formano le articolazioni metatarso-falangee con le falangi prossimali

La fascia plantare e i legamenti (calcaneonavicolare plantare, longitudinale plantare) mantengono l’integrità dell’arco.


Trasmissione delle forze


Fase di appoggio

Il peso corporeo passa dalla tibia all'astragalo e successivamente allo scafoide.
Nella presa di contatto con il terreno  le ossa tarso-metatarso si svolgono con moto elicoidale, rilassandosi. 
In questa fase il piede utilizza la gravità per adattarsi al terreno e principalmente agisce come organo propriocettivo, che informa il cervello sulla propria posizione spaziale e sulle caratteristiche della superficie di appoggio.

Fase di spinta

In pre-swing, l’astragalo ruota in plantarflessione, scaricando il carico attraverso lo scafoide ed i cuneiformi fino alle teste metatarsali.
Le teste metatarsali agiscono da fulcro, amplificando la spinta offerta dai muscoli intrinsici ed estrinsici del piede.

Nella fase di spinta le ossa tarso-metatarso si avvolgono con moto elicoidale, irrigidendosi ed il piede si oppone alla gravità e si comporta  come organo di moto.

Tutto questo complesso di relazioni osteo articolari permette al piede di adattarsi al suolo, redistribuendo le forze in modo ottimale; se l'elica podalica non si realizza correttamente, possono verificarsi problemi di postura, equilibrio e può aumentare il rischio di infortuni.




L’elica podalica, oltre alla variazione tra l’asse articolare della astragalo calcaneare e quella delle ossa tarso-metatarsali, prevede la traslazione orizzontale del peso durante la rullata del passo sulle quattro ossa, indicate nella figura che segue dai riferimenti rossi.



L'elica podalica prevede l'inizio del passo dal calcagno, il successivo coinvolgimento dell’area del V° metatarsale, a seguire, del I° metatarsale ed alla fine l'uscita del passo dall’alluce.
 



Elica podalica e Nordic Walking


La tecnica propria del Nordic Walking si richiama ai corretti canoni biomeccanici della marcia, nonché ai limiti che differenziano la marcia dalla corsa, definendo la marcia come: "un passo veloce e ritmico e con uno dei due piedi sempre posato a terra".

Sabatini Coletti - Dizionario della Lingua Italiana.

Pertanto, trattandosi di uno sport che prevede la realizzazione di "passi",  per praticare il Nordic Walking è necessario che vengano rispettati tutti quei parametri imposti dalla biomeccanica ed, in particolar modo, che venga effettuata una completa e corretta elica podalica, comprendente i quattro appoggi del piede sopra indicati e l'adaguata relazione sull'asse articolare tra ossa tarsali e metatarsali.


Considerazioni
: sia che  si pratichi il Nordic Walking  a livello amatoriale  con finalità di benessere  che a livello  agonistico  con finalità prestazionali
non esiste Nordic Walking se l'atleta non marcia in maniera biomeccanicamente corretta, cioè mediante la realizzazione di una corretta elica podalica.


L'elica podalica si può sviluppare solo in assenza di pendenze superiori al 4-6%, limite oltre il quale il corretto appoggio calcaneare non si realizza, ma il contatto con il terreno avviene con tutta la pianta del piede, o comunque con porzioni podaliche non consone al momento della rullata del passo.
Altresì l'elica podalica si può realizzare solo su terreni omogenei, che consentano i corretti quattro appoggi del piede e l'adeguata relazione sull'asse articolare tra ossa tarsali e metatarsali.


Assenza di appoggio calcaneare dovuto alla eccessiva pendenza del terreno.
No elica podalica - no passo - no marcia - no Nordic Walking.


Considerazioni
: secondo la biomeccanica umana, l'elica podalica si può sviluppare correttamente solo in presenza di terreni pianeggianti, o con pendenze inferiori al 4-6% e su terreni omogenei e compatti (asfalto, cemento, tartan, erba liscia e di altezza max. 2 cm).
La scelta di praticare il Nordic Walking ESCLUSIVAMENTE su questo tipo di terreni, pertanto, è motivata da precise argomentazioni biomeccaniche.


NO ELICA PODALICA, NO PASSO, NO MARCIA, NO NORDIC WALKING