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NOTE TECNICHE

ATTREZZATURA E BIOMECCANICA: UN BINOMIO INSCINDIBILE
IL GUANTO

La coordinazione oculo podalica

 

Nella pratica del Nordic Walking, il guanto non è semplicemente un accessorio per proteggere e tenere calda la mano, anzi, per la verità, buona parte dei guanti pensati per questo sport assolvono in maniera del tutto minimale alla funzione di isolamento termico.

Per comprendere il corretto funzionamento di un guanto quando pratichiamo il Nordic Walking, dobbiamo allontanarci ed andare ad analizzare il lavoro di un organo che apparentemente non ha molto a che fare con le mani: l’occhio.

I bimbi effettuano i loro primi tentativi di movimento sul terreno tramite il “gattonamento”.

Si tratta di un imprinting derivante dalla nostra discendenza dai quadrumani ed è una fase estremamente importante dello sviluppo delle abilità motorie.

Il gattonamento, infatti insegna al bambino a coordinare gambe e braccia in maniera incrociata, muovendo il braccio destro in contemporanea alla gamba sinistra e viceversa (cross crawl).

Questa coordinazione è la base del nostro cammino e, pertanto, il bambino deve essere lasciato libero di gattonare fino a che non si sentirà naturalmente pronto ad alzarsi.

Forzare il piccolo ad alzarsi prima del tempo, significa privarlo per tutta la vita di un fondamentale schema motorio.

Quando il bimbo finalmente muove i primi passi in stazione eretta, il suo equilibrio è ancora molto instabile; il baricentro arretrato, l’appoggio del piede molto piatto, mentre le gambine e le braccia spesso rimangono aperte.

Le cadute sono all’ordine del giorno ma, dato il baricentro arretrato, si risolvono senza danni semplicemente poggiando il sederino a terra.

In questa fase il bimbo sperimenta per la prima volta la sua situazione di “pendolo inverso” e comincia a rinforzare quelle fasce muscolari che gli saranno indispensabili per riuscire finalmente ad apprendere una camminata completa e sicura.


 

Il pendolo inverso nell'uomo

 

Questa fase dura poco: il bimbo molto presto si rende conto che il cammino può essere funzionale alle sue normali attività, come andare a prendere un gioco, avvicinarsi ad un oggetto che vuole osservare meglio, eccetera.


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Il bimbo impara allora a mutare il proprio assetto, protendendosi in avanti e, soprattutto, posando lo sguardo sul punto dove vuole dirigersi o sull’oggetto che vuole raggiungere; in lui è successo qualcosa di molto importante: si è attivata una funzione naturale, grazie alla quale tutti abbiamo imparato a camminare, che si definisce “coordinazione oculo podalica”.

I genitori spesso collaborano in maniera istintiva a questa importante fase di crescita del bimbo, assumendo posizioni che forniscono al piccolo un “punto di mira”, cioè un bersaglio visivo da inquadrare.

Battere le mani chiamando il bimbo è un esempio tipico di incoraggiamento e, nel contempo, di stimolo della coordinazione oculo podalica che sicuramente ogni genitore ha compiuto almeno una volta, magari senza neppure sapere perché.


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Il bimbo fissa lo sguardo sulle mani che battono e la coordinazione oculo podalica si attiva.

Si è cioè attivato un meccanismo automatico di feed back tra occhi e piede, che consente di camminare in maniera equilibrata, sicura e spedita.

Questo istinto naturale, che nel corso della vita viene sopito da posture sbagliate, vizi motori ed altre problematiche, deve essere risvegliato nell’adulto.

La coordinazione oculo podalica si riattiva facilmente, anche se sopita da tanti anni, facendo dapprima assumere all’allievo una posizione di adeguato equilibrio e poi invitandolo ad inquadrare un bersaglio visivo il più lontano possibile e più alto rispetto alla sua linea dello sguardo di circa 5-8°.



A questo punto si è pronti per mettersi in cammino, mantenendo lo sguardo fisso sul punto di mira.

I risultati, rappresentati da passo più sicuro, più veloce e da maggiore oscillazione delle braccia, saranno sorprendenti.

È successo che la coordinazione oculo podalica ha migliorato l’equilibrio e molti muscoli, che erano impegnati semplicemente a mantenere la postura eretta, si sono rilassati e sono entrati attivamente nel cammino, rendendolo più lungo e più veloce.


Le caratteristiche del guanto

Il Nordic Walking è l’unico sport praticato con dei bastoni nel quale la coordinazione oculo podalica viene integrata dalla sensorialità della mano e trasformata quindi in coordinazione oculo mano podalica.

La mano, infatti, per tramite del bastone, raccoglie indicazioni sensoriali relative all’orientamento spaziale nei confronti del terreno.

Si comporta cioè come “i baffi del gatto”, che consentono all’animale di percepire l’ambiente circostante e di muoversi con sicurezza anche quando è buio.

La sensorialità della mano è pertanto un elemento fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio e della postura corretta e rende il Nordic Walking lo sport posturale per eccellenza, oltre a farne un presidio molto utile per tutte quelle persone le quali, a causa di situazioni patologiche o degenerative, soffrono di disturbi dell’equilibrio.


 

Non è un caso che il Nordic Walking, gestito da professionisti esperti ed in stretto contatto con i sanitari di riferimento (medici, riabilitatori, ecc.) venga usato con successo quale supporto alla terapia medica in pazienti affetti da morbo di Parkinson, labirintite, sindrome di Menière, eccetera.

Il guanto da Nordic Walking, quindi, oltre alle logiche ed intuitive doti di assorbimento del sudore, di protezione della cute da abrasioni ed irritazioni ed eventualmente di protezione termica, deve garantire una caratteristica fondamentale.



La caratteristica più importante
di un guanto adatto al Nordic Walking,
è quella di
MANTENERE INALTERATA
LA SENSORIALITA’ DELLA MANO


Per garantire questa caratteristica i costruttori si impegnano nella ricerca di tessuti sempre più resistenti, termici e nel contempo leggeri.



Per le stagioni con temperature più calde esistono guanti senza dita, che proteggono adeguatamente palmo e dorso della mano dall’insulto dei laccioli, ma lasciano le dita completamente libere di svolgere la loro delicata funzione sensoriale, indispensabile per il mantenimento dell’equilibrio, ma altrettanto fondamentale nella fase del rilascio del bastone.

Questa manovra, infatti, non deve mai essere compiuta in maniera violenta, ma molto progressiva: mentre la mano si allenta, le dita progressivamente si staccano sfiorando il sughero della manopola, fornendo così le ultime indicazioni sulla posizione del bastone e suggerendo le necessarie correzioni.

Il rilascio posteriore, pertanto, si attua mediante una vera e propria “carezza” delle dita ed in particolar modo di medio, anulare e mignolo, mentre pollice ed indice cingono in maniera solidale la manopola fino al momento del distacco finale.

Questo sottile gioco tattile è testimoniato dalla scelta di alcuni costruttori di realizzare guanti con lunghezze delle dita diverse.



Addirittura, alcuni atleti agonisti avanzati adattano personalmente la lunghezza delle dita alle loro particolari esigenze, tagliando dei guanti con dita lunghe alla misura voluta.

È noto tuttavia che il raffreddamento della cute porta ad una progressiva perdita di sensibilità dei recettori tattili e, di conseguenza, ad una certa incapacità della mano di trasmettere al cervello le sensazioni corrette.

La sensazione di caldo e di freddo è estremamente personale ed è assolutamente normale vedere nella stessa giornata atleti che sopportano senza problemi la temperatura ed altri che, invece, tremano dal freddo.

Per questi ultimi è giunto il momento di rivolgersi ad un guanto che copra completamente la mano, onde evitare di avere la pelle intirizzita e di non avere più alcuna sensorialità.



I guanti lunghi sono prodotti in materiali dotati di maggiore capacità termica ma, al contempo, in grado di non alterare in maniera significativa la sensorialità della mano.


Bisogna sempre scegliere guanti di ottima qualità, concepiti e sviluppati per il Nordic Walking, evitando guantini da palestra, da ginnastica pesante, da ciclismo, eccetera, che hanno caratteristiche diverse da quelle che ci servono per praticare al meglio il Nordic Walking.

È bene indossare sempre i guanti, sia per i motivi già accennati, sia per potere stringere adeguatamente i laccioli, senza creare problemi alla cute della mano ed avere quindi un ottimo controllo del bastone.