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NOTE TECNICHE

ATTREZZATURA E BIOMECCANICA: UN BINOMIO INSCINDIBILE
I BASTONI


Razionale anatomico e biomeccanico

delle caratteristiche dei bastoni da Nordic Walking

Equilibrio e postura


Un corso di Nordic Walking bene strutturato inizia verificando la postura dell’allievo e fornendogli le indicazioni necessarie per fargli assumere una posizione corretta, che garantisca equilibrio, risparmio energetico e benessere muscolo scheletrico.

La postura è la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio (funzione antigravitaria), sia in condizioni statiche che dinamiche.
La complessità della postura deriva dai numerosi fattori che si intersecano tra di loro: condizioni patologico-disfunzionali, equilibrio muscolare alterato, presenza di traumi, componenti fisiche e abitudini sportive, fattori ambientali e lavorativi, fattori ereditari, psichici e caratteriali.
ln definitiva la postura è un insieme di riflessi e meccanismi di varia natura che regolano, con la massima economia e in ogni momento, la struttura neurofisiologica del movimento e il tono muscolare.

L’uomo vive in una postura definita “bipodalica eretta”, cioè vive in equilibrio sugli arti inferiori, con il resto del corpo in posizione verticale; si tratta di una scelta singolare e poco diffusa nel regno animale che, per quanto riguarda gli altri mammiferi terrestri, vede il prevalere della postura quadrupede o quadrumane.
Per trovare altri animali che vivano in postura bipodalica eretta dobbiamo spostarci nel regno degli uccelli, i quali, tuttavia, sono creature prevalentemente aeree nella loro fase di vita dinamica e limitano la vita terrestre a fasi pressoché statiche.
Esistono tuttavia uccelli i quali, pur avendo conservato la morfologia degli uccelli volatori, hanno perduto la capacità di librarsi in aria e sono diventati potenti corridori; un caso classico è rappresentato dallo struzzo.


La morfologia dello struzzo ci mostra un ottimo adattamento dell’animale alla postura bipodalica eretta: lunghi arti per correre velocemente, grandi zampe per poggiare saldamente, aumentando il cosiddetto poligono di sostegno, cioè l’area idealmente circoscritta all’impronta podalica al suolo, che rappresenta il “piedestallo” sul quale gravita la forza peso e che consente all’animale di mantenersi in posizione eretta.
Soprattutto, lo struzzo concentra il proprio peso intorno al baricentro, mentre le strutture corporee lontane dallo stesso sono estremamente sottili e leggere, compreso il cranio ed il suo contenuto.

L’uomo, invece, si trova in ritardo nel suo stato evolutivo rispetto ai volatili che sono tra gli animali più antichi del pianeta terra e hanno addirittura dato origine ad alcuni dinosauri.
Quando assume la sua postura bipodalica eretta, si trova in una condizione definita “pendolo inverso”, nel quale il perno si trova a livello delle articolazioni tibiotarsiche e tutto il corpo rappresenta la massa oscillante.


Pendolo inverso nell’uomo

In tale sistema la condizione di equilibrio è estremamente instabile: sono sufficienti minime forze esterne per spostare la proiezione a terra del baricentro dal punto ideale del poligono di sostegno.


Poligono di sostegno nell’uomo

Quanto sopra è prevalentemente dovuto al fatto che una delle strutture più pesanti del corpo umano, cioè il cranio ed il suo contenuto, si trovano in una posizione sfavorevole rispetto a tutto il “sistema uomo” ed ai meccanismi che ne regolano postura ed equilibrio.



Una testa umana pesa circa 5 kg ed è sostenuta da un ventaglio di muscoli che ne garantiscono la posizione corretta e la necessaria motricità.



Tuttavia, la posizione spaziale in cui la testa trova sede, fa sì che il lavoro muscolare necessario per il suo sostegno e movimentazione possa diventare particolarmente gravoso in caso di assunzione di posture scorrette; l’evoluzione umana ha risposto a questa problematica con muscoli particolarmente allungati.



Il muscolo lunghissimo del collo origina dai processi trasversi delle prime cinque vertebre toraciche; il muscolo lunghissimo della testa origina invece dai processi trasversi delle prime vertebre toraciche e dai processi articolari delle ultime cinque vertebre cervicali.
Interviene parzialmente a sostenere il peso della testa anche il muscolo lunghissimo del dorso, che origina dalla faccia posteriore del sacro e dai processi spinosi delle ultime vertebre lombari.

Il lunghissimo del dorso è uno dei numerosi muscoli erettori della colonna vertebrale e contribuisce, in ultima analisi, anche a mantenere la centralità della testa rispetto al poligono di sostegno e quindi della postura.

I movimenti della testa e i cambiamenti della postura, pertanto, vanno ad influenzare la funzione di un’ampia serie di muscoli.
È noto che abbassando la testa sullo sterno si possono avvertire contrazioni muscolari che arrivano fino alla fascia lombare, a testimonianza che dei muscoli stanno rispondendo a questo movimento del capo fino a quel distretto corporeo.

Il mantenimento di una postura corretta è pertanto qualcosa di assolutamente fondamentale in un animale come l’uomo, al quale l’evoluzione ha assegnato una postura bipodalica eretta.
In modo particolare la posizione della schiena e quindi del capo svolgono un ruolo fondamentale nel benessere del soggetto.

Infatti i movimenti anteriori della testa portano ad un aumento virtuale del peso della testa, dovuto allo spostarsi dei bracci di leva, al quale consegue una lunga serie di contratture muscolari che il soggetto mantiene per tempi talvolta molto lunghi.




L’immagine che precede dimostra quanto sforzo muscolare sia necessario per sostenere la testa e mantenere il baricentro all’interno del poligono di sostegno in funzione della postura assunta dal soggetto.
La lunghezza del bastone, pertanto, deve essere tale da non alterare la postura, ma anzi, deve stimolare l’assunzione automatica di una postura corretta ad ogni appoggio del bastone stesso; ad esempio bastoni troppo corti porterebbero ad una postura troppo coricata in avanti, mentre, al contrario, bastoni lunghi porterebbero ad esagerare la curvatura lombare.


Una caratteristica fondamentale

di un bastone da Nordic Walking è la
CORRETTA LUNGHEZZA.


Solo quando si è affidato all’allievo un bastone di corretta lunghezza si può cominciare a trasmettergli i primi concetti relativi all’equilibrio ed alla postura.
È bene fare comprendere subito quanto sia importante mantenere una posizione di equilibrio, con un semplice esempio.
Dopo avere tenuto in equilibrio un bastone su un dito, è facile poi dimostrare come lo sforzo per sostenerlo aumenti notevolmente inclinando il bastone in avanti: la tensione delle dita sul bastone mima la contrazione delle fasce muscolari a livello delle caviglie.

 


A questo punto è molto semplice fare capire come la tensione muscolare non si limiti alle caviglie ma a tutta una serie di muscoli, in particolare i quadrati lombari, i glutei ed i muscoli posteriori della coscia, non appena si perde la posizione di equilibrio e ci si inclina in avanti.
La cosa è particolarmente evidente sui muscoli quadrati lombari e può essere facilmente evidenzia-ta con l’aiuto di un collega o un allievo, affondando i pollici in questi muscoli quando il soggetto si trova in posizione eretta e facendo notare invece come i pollici non riescano a deformare il muscolo che si è molto contratto non appena la postura viene avanzata di pochi centimetri.


 
Per trovare l’equilibrio, non è utile arretrare le spalle, perché si accentua la lordosi lombare, ma è più efficace aumentare la distanza tra ombelico e processo xifoideo, cioè la base dello sterno, estendendo il muscolo retto addominale, che è il muscolo che forma la “tartaruga” quando è particolarmente tonico e sviluppato.



Si tratta di una manovra semplice che si pratica partendo dalla posizione di scioltezza, alzando lentamente la testa, fino ad ottenere un sollevamento della gabbia toracica ed il conseguente allungamento del retto addominale.
Dopo poche prove di sollevamento del capo e di assunzione di posizione di equilibrio da fermo, l’allievo sarà pronto per cominciare ad applicare questa postura al cammino.

L'impingement omero acromiale

I vantaggi e la conseguente necessità di dotare l’allievo di un bastone di lunghezza adeguata, peraltro, non si limitano all’equilibrio ed alla corretta postura.

Un bastone troppo lungo può costringere l’allievo a lavorare con le braccia piegate a livello del gomito, aumentando il rischio di impingement (conflitto) subacromiale, una delle più frequenti cause di dolore cronico alla spalla.


Questa condizione patologica è correlata ad un'alterazione anatomica e/o funzionale della cuffia dei quattro muscoli rotatori, ossia sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo.
I loro rispettivi tendini passano attraverso uno spazio ristretto compreso tra l'acromion, una parte anatomica della scapola che si estende lateralmente al di sopra dell'articolazione della spalla e della testa dell'omero, l'osso della parte superiore del braccio.
Se quest'area si restringe, si crea una compressione dei tendini che si traduce in dolore alla spalla.

Questa condizione si può creare durante la pratica del nordic walking quando il braccio “carica” il bastone e lo spinge verso la parte posteriore del corpo.
In presenza di bastoni di lunghezza troppo elevata, e comunque quando l’allievo lavora con le braccia troppo flesse, il braccio viene spinto verso l’alto, andando a comprimere la testa dell’omero verso l’acromion.


La spinta

Per finire i bastoni devono garantire una lunghezza sufficiente a mantenere il contatto con il terreno durante la fase di spinta.
Bastoni corti costringono l’allievo ad interrompere precocemente la spinta, bastoni lunghi impediscono di allineare il braccio con il bastone al termine della spinta e, pertanto, di scaricare adeguatamente la forza ed il peso corporeo al suolo.


La lunghezza del bastone

Le numerose tavole sinottiche presenti in Internet o proposte dalle case costruttrici di bastoni, non danno alcuna garanzia di precisione nella scelta della corretta lunghezza del bastone.
Queste tabelle, infatti, assegnano pedissequamente una lunghezza di bastone X a soggetti di statura Y, senza tenere conto di una componente fondamentale di ogni essere umano: i parametri antropometrici.

Gli esseri umani, infatti, nonostante le numerose somiglianze che li accomunano in quanto membri di una stessa specie, presentano un certo grado di variabilità biologica che contribuisce a renderli diversi tra loro.
Ogni individuo si sviluppa, infatti, in base a un suo specifico programma genetico, anche se con schemi e modalità di crescita che sono comuni alla specie nel suo insieme.
L'uomo medio ha un'apertura delle braccia da circa zero centimetri (uomo vitruviano) a circa cinque centimetri in più rispetto alla propria altezza.


Questi dati sono estremamente mutevoli da persona a persona in funzione di mille variabili e della razza di appartenenza.
È noto che spesso le persone di colore si caratterizzano per la lunghezza delle leve e, non a caso, molti dei migliori velocisti dell’atletica leggera hanno la pelle nera; di questi parametri bisogna tenere conto nell’assegnazione della lunghezza dei bastoni perché, a parità di statura, una persona con le braccia lunghe necessiterà bastoni di lunghezza inferiore rispetto ad una persona con le braccia corte.


La procedura corretta per assegnare all’allievo un bastone di lunghezza adeguata è la seguente:

1) Posizionare l’allievo in piedi, bene eretto;
2) Verificare che abbia la schiena dritta e le spalle rilassate;
3) Verificare che l’allievo indossi lo stesso tipo di calzatura che utilizzerà per praticare il Nordic Walking;
4) Assicurarsi che i bastoni montino correttamente gli asphalt pads (gommini);
5) Assegnare un bastone che, correttamente impugnato, con laccioli serrati ed appoggiato verticalmente al suolo, faccia assumere un’angolatura di circa 95 gradi tra braccio ed avambraccio.


La scelta del bastone


È giunto il momento di scegliere fra le diverse tipologie di attrezzo offerte dal mercato; per questa scelta, non banale, ci viene in soccorso la fisica.

Le leve sono macchine semplici che amplificano le forze: quando si usa una leva, si vuol usare una forza detta potenza (P), per vincere un’altra forza detta resistenza (R).
Per ottenere questo c’è bisogno di un fulcro (F), ovvero un punto di appoggio attorno al quale ruota la leva; la distanza tra il fulcro e la forza che si vuole applicare è detta braccio di leva.
Gran parte delle leve del corpo umano, in particolare quelle degli arti, sono di III° genere; la potenza è tra fulcro e resistenza e ciò rende svantaggioso questo genere di leva.

Le leve di terzo genere permettono però una maggiore velocità, nonché maggior libertà di movimento, contrariamente alle leve vantaggiose, le quali danno un vantaggio in termini di forza a discapito della mobilità.
In definitiva, lo svantaggio di una leva relativamente alla forza che può esercitare, è compensata da una maggior velocità angolare di azione e da una maggiore escursione, proprio come si addice agli arti.
Questo concetto di mobilità spiega perché le nostre braccia siano leve di terzo genere, mentre lo svantaggio della leva spiega come mai sia più difficile fare sforzi con le braccia distese, piuttosto che con le braccia raccolte.

Per ottimizzare il lavoro dell’arto superiore, quindi e sfruttarne la funzione dinamica, che permette movimenti rapidi e di grande ampiezza, è necessario aumentare la forza (P) e diminuire la resistenza (R).

In uno sport come il Nordic Walking, che si pratica con le braccia bene distese, è indispensabile che non siano applicate resistenze parassite a livello della mano, che rappresenta il punto più distale del braccio di leva.
Questo fa anche comprendere come l'uso di bastoni appesantiti o di polsiere zavorrate sia da limitare ad esercizi seguiti da un biomeccanico esperto, evitando ogni sorta di "fai da te".

Ne consegue che:


Una caratteristica fondamentale

di un bastone da Nordic Walking è la
LEGGEREZZA


La pratica del Nordic Walking prevede una serie di micro impatti del bastone con il suolo; questi impatti generano vibrazioni che si trasferiscono al braccio ed all’atleta in generale.
La capacità di ammortizzare e smorzare le vibrazioni è una qualità del bastone che dipende da molti fattori, quali la tipologia di costruzione e il materiale utilizzato.

È importante che durante l’attività l’interferenza delle vibrazioni in termini di perdita di spinta, dissipazione di energia, maggiore affaticamento e incidenza di microtraumi sia la minore possibile.


Un’altra caratteristica fondamentale di un bastone da Nordic Walking è la
CAPACITA’ DI ASSORBIRE LE VIBRAZIONI


Bastoni telescopici e bastoni monoscocca


Esistono due tipologie di bastoni; i bastoni telescopici, caratterizzati dalla costruzione in due o tre segmenti tubolari, metallici o in materiale composito, inseriti l’uno nell’altro in modo da rendere la lunghezza del bastone regolabile.

Una volta regolata la lunghezza, le sezioni del bastone vengono fissate mediante un meccanismo a vite chiamato “espansore”, che agisce internamente al tubo come un mandrino, oppure mediante un meccanismo esterno chiamato “fast lock” che agisce come un morsetto.


Bastone telescopico con espansori


Bastone telescopico con fast lock

I bastoni monoscocca sono invece costituiti da un'unica struttura tubolare, metallica o in materiale composito, di lunghezza fissa.

 

Bastone monoscocca

Entrambe le tipologie di bastone presentano dei pro e dei contro, che sono riassunti nelle tabelle che seguono.


Bastoni telescopici

Bastoni monoscocca

PRO

PRO

Versatilità nel settaggio della lunghezza, utile per le scuole di Nordic Walking

Maggiore leggerezza

Facilmente trasportabili e magazzinabili

Baricentro fisso, in posizione ottimale e prevista dal costruttore, con comportamento prevedibile durante le fasi di apertura della mano e di richiamo dopo la spinta.

I produttori di bastoni mettono in commercio sia bastoni metallici, prodotti in varie leghe di alluminio (ergal, avional, anticorodal, ecc.) che bastoni in materiale composito, rappresentato da fibra di vetro, fibra di carbonio e mix dei due materiali.

Entrambe le tipologie di bastone presentano dei pro e dei contro, che sono riassunti nelle tabelle che seguono.

Migliore capacità di assorbimento delle vibrazioni che possono distribuirsi e dissiparsi lungo tutta la scocca

 

Assenza di meccanismi potenzialmente fragili quali gli espansori ed i fast lock.

 

Minore necessità di manutenzione

 

CONTRO

CONTRO

Maggiore peso

Lunghezza fissa, quindi utilizzabili solo da una persona

Baricentro in posizione variabile secondo la lunghezza impostata e non sempre in posizione ottimale

Più difficoltosi in trasporto e magazzinaggio

Scarsa capacita di assorbimento delle vibrazioni, che si concentrano tra il punto di contatto col terreno ed il primo espansore.

 

Presenza di dispositivi potenzialmente fragili, quali espansori e fast lock

 

Necessità di manutenzione periodica dei suddetti dispositivi

 



Bastoni metallici e bastoni in composito


I produttori di bastoni mettono in commercio sia bastoni metallici, prodotti in varie leghe di alluminio (ergal, avional, anticorodal, ecc.) che bastoni in materiale composito, rappresentato da fibra di vetro, fibra di carbonio e mix dei due materiali.

Entrambe le tipologie di bastone presentano dei pro e dei contro, che sono riassunti nelle tabelle che seguono.

 

Bastoni metallici

Bastoni in composito

PRO

PRO

Economicità.

Maggiore leggerezza

Migliore resistenza alla pressione degli espansori nei bastoni telescopici

Migliore adesione dei collanti che fissano manopole e puntali.

Migliore resistenza ai raggi UV

Migliore capacità di assorbimento delle vibrazioni, grazie alla superiore elasticità del materiale

 

Migliore performance (soprattutto per quanto concerne i bastoni 100% fibra di carbonio)

PRO

PRO

 

Praticamente impossibili da piegare

 

Praticamente infrangibili

 

CONTRO

CONTRO

Maggiore peso

Costo superiore, salvo nei modelli economici 100% fibra di vetro

Facili da piegare, soprattutto per quanto concerne i bastoni monoscocca

Maggiormente sensibili ai raggi UV, soprattutto in determinate colorazioni

Minore capacità di assorbire le vibrazioni

Più facilmente “criccabili” dagli espansori

Minore performance dovuta alle vibrazioni ed alle flessioni durante la spinta.

 

Notevole rumorosità, soprattutto nei bastoni telescopici

 

Minore tenuta dei collanti, dovuta alla superiore conduttività termica del metallo rispetto al composito

 


Dall’analisi delle tabelle precedenti appare chiaro come l’utilizzo dei bastoni telescopici metallici sia consigliabile esclusivamente alle scuole di Nordic Walking e limitatamente ai corsi di primo livello, potendo adattare un singolo bastone ad atleti di diversa statura ed evitando pertanto di doversi dotare di un parco bastoni eccessivamente numeroso ed oneroso in termini di approvvigionamento e manutenzione.

Per contro, per l’utilizzo personale, i pro dei bastoni monoscocca in composito superano largamente i contro dei bastoni telescopici metallici o in composito.

È pertanto opportuno che l’istruttore, dopo avere attentamente valutato la lunghezza del bastone adatto all’allievo, lo assista nell’acquisto di un bastone monoscocca di ottima qualità, in materiale composito (fibra di vetro o di carbonio).

È altresì opportuno che l’istruttore assista brevemente l’allievo durante la transizione dal pesante bastone telescopico al leggero e prestante bastone monoscocca, per evitare che questo cambiamento inneschi errori tecnici o posturali.